Dicembre 2019, record per l’export italiano in Cina e Giappone.
A dicembre l’ISTAT ha registrato un’impennata di vendite in estremo oriente. Sono la Cina ed il Giappone il traino dell’export italiano. Questo è quanto emerso dai dati rilasciati da ISTAT per il commercio italiano verso i paesi extra UE.
Secondo l’istituto centrale di statistica le esportazioni sono in marcato aumento su base annua con un +5,2%, soprattutto per il settore dei beni di consumo non durevoli (+10%). Si registra un surplus commerciale di +5,7miliardi rispetto ai 4,1 del 2018, mostrando quindi un aumento del +39% in un solo anno. Guardando più nel dettaglio i singoli mercati esteri si è registrato un aumento per le esportazioni verso Cina e Giappone rispettivamente del +21% e +22%. Allo stesso tempo però, anche se rimane un importante mercato, gli Stati Uniti hanno registrato una decrescita del -7,7%.
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Quali prospettive per l’export italiano in Cina?
Nello specifico del mercato cinese si può dire che sono stati fatti grandi passi in avanti per il food & beverage italiano. Infatti si parla di un mercato dal valore di 70 miliardi, con ancora grandi possibilità inesplorate. La crescita registrata al 2019 è del +20%, ma le probabilità di una crescita futura sono elevate. Basti pensare che il valore di mercato de Made in Italy in Cina negli ultimi 10 anni si è più che triplicato vista la sua crescita del +254%. Fra tutti i prodotti del settore food & beverage quello di maggior successo è il vino, che nel 2018 ha raggiunto un valore di mercato di 128 milioni di euro. Infatti l’Italia ha superato la Spagna e si è posizionata come quarta esportatrice vero Pechino.
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Quali sono i riscontri pratici?
Le prospettive per l’export italiano verso la Cina sono molto buone in quanto, nel 2020 ci sarà ancora la spinta della nuova legge cinese sull’e-commerce. Infatti questa legge non riguarda solo le misure di tipo giuridico per migliorare la qualità/sicurezza dei prodotti compravenduti digitalmente in Cina, i relativi sistemi di pagamento, la protezione dei dati, le condotte non competitive da parte dei soggetti coinvolti nelle vendite cross-border verso la Cina, regola anche importanti novità dal punto di vista fiscale, doganale e con riferimento ai requisiti di registrazione presso le autorità locali di competenza. Portando quindi grandi vantaggi per entrambe le parti interessate. La sua principale peculiarità e che coinvolge tutto il sistema di vendite online cinese. Infatti tutti gli e-commerce players sono coinvolti, dalle piattaforme di vendita online proprie ai servizi terzi (Taobao, TMall, JD.com, WeChat, ecc.), ed anche tutte le altre parti coinvolte nella catena di consumo dalla logistica e pagamenti ai social media. Inoltre andrà a migliorare la tutela della proprietà intellettuale e la concessione di business license per i venditori.
Bisogna infine ricorda che la Cina rappresenta un mercato immenso per l’e-commerce e per l’export made in Italy che conta 260 città con oltre 1 milione di abitanti. L’ampiezza del mercato non è l’unico punto di forza, infatti si prevede una forte crescita del potenziale di spese. Infatti si prevede che la popolazione benestante cinese aumenterà del 32,8%, quindi si parla di 70 milioni di persone che faranno principalmente acuisti online. Per fare un po’ di chiarezza sui numeri si possono confrontare i dati del 2018, dove il valore delle vendite online cinese è stato di 682 miliardi di euro, mentre America e Inghilterra hanno raggiunto rispettivamente solo 438 miliardi e 196,3 miliardi di euro.
di Cifnews 雨果网
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