Washington si ritira dagli accordi sul clima, colpevoli di essere troppo onerosi e di avvantaggiare paesi come Cina o India. Intanto Parigi e Pechino firmano sull’irreversibilità degli accordi di Parigi.
Washington si ritira dagli accordi sul clima. Come annunciato durante la campagna elettorale , il Presidente Donald Trump si ritirerà dagli accordi di Parigi, siglati quattro anni fa da 195 paesi. Washington lascerà formalmente l’accordo solo nel 2020, anno delle presidenziali a stelle e strisce, ma ieri era, secondo clausole, il primo giorno utile per avviare il processo.

A detta della Casa Bianca, gli accordi costerebbero al paese una perdita di 3 miliardi di dollari e circa 6,5 milioni di posti di lavoro. Un onere economico, e lavorativo, troppo grande per giustificare gli accordi. O almeno così la pensano a Washington. Inoltre per il Presidente Trump gli accordi creerebbero una situazione ingiusta, in cui paesi come la Cina avrebbero il permesso di continuare ad aumentare le emissioni. Di fatto, secondo gli standard ONU, paesi come la Cina, o l’India, sono tuttora considerati in via di sviluppo e per questo soggetti a regole “più morbide”.
Pechino e Parigi: amici per l’ambiente e gli affari
Se Washington butta la spugna, Pechino sembra più convinta che mai della causa ambientalista, e non è la sola. Da anni l’Unione Europea sottolinea l’importanza di trovare soluzioni concertate al problema ambientale.
Il Presidente francese Macron, recatosi in Cina anche per presenziare al CIIE 2019, incontrerà il suo omologo cinese Xi Jinping per sottoscrivere una dichiarazione che stabilisce “l’irreversibilità degli accordi di Parigi”.

Ma si sa, bisogna saper unire l’utile al dilettevole e il Presidente Macron ha saldato l’amicizia franco-cinese anche in termini economici. Durante la visita ufficiale sono stati firmati circa 40 accordi commerciali, proponendo Parigi come un partner fondamentale per Pechino. I due leader hanno anche concluso le trattative per la costruzione in Cina di un impianto di trattamento del combustibile nucleare esaurito. Un mega-contratto da oltre 20 miliardi di euro.
Buone proposte ma la strada è ancora lunga
La Cina sta da anni pensando al problema dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, ottenendo spesso un discreto successo. Tuttavia, è importante ricordare che con l’uscita di Washington dagli accordi sul clima, la Cina “conquisterà” il titolo di paese più inquinatore.
Inoltre, il grandioso progetto della Nuova via della Seta è fortemente basato sull’utilizzo del carbone. Insomma gli intenti sono buoni ma per raggiungere dei significati concreti c’è bisogno di più sforzo…da ogni paese!
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