A poco più di un mese dall’incontro tra Xi Jinping e i leader europei, si sono tenuti una seconda serie di incontri tra il Leader cinese e gli esponenti politici dei paesi che intendono far parte della “Belt and Road Initiative” (BRI).
Via al secondo forum sulla nuova via della seta
Dal 25 al 27 aprile ’19, Pechino è stata il soggetto di una serie di incontri per decidere il futuro di questa iniziativa.
La belt and road initiaive, lanciata per la prima volta da Xi Jinping nel 2013, a distanza di sei anni, inizia a prendere forma.

Il Governo cinese ha affermato che a questi incontri hanno partecipato quasi cinquemila ospiti internazionali provenienti da ben 150 paesi, tra cui 37 capi di stato e di governo.
Oltre il grande numero di paesi dell’aera Asia-Pacifico, anche diverse nazioni europee hanno preso parte all’evento, tra queste possiamo annoverare: Austria, Rep. Ceca, Italia, Portogallo, ma anche paesi come Russia e Svizzera.
Tra i capi di stato era presente Giuseppe Conte, con l’obiettivo di concludere ulteriori accordi commerciali che erano stati lasciati in secondo piano durante la visita di Xi a Roma.
Già lo scorso marzo, il Presidente Conte aveva ribadito che alcuni punti erano rimasti fuori a causa dei tempi stretti della visita, ma che gli stessi sarebbero stati ripresi in occasione del secondo forum di Beijing.

Una tema più complesso che è stato trattato in questa sede riguarda il 5G e l’infrastruttura annessa, per la quale l’Italia si è detta interessata a farne parte, però entro i limiti imposti dalla UE.
Secondo un recente studio del Centro europeo ricerche (Cer) presentato lo scorso 12 aprile al Cnel, l’export dell’Italia verso i circa 70 Paesi aderenti potrebbe aumentare fino al 7,5%.
I numeri del BRI
Il volume degli scambi di beni tra la Cina e i paesi aderenti alla Belt and Road ha superato i seimila miliardi di dollari tra il 2013 e il 2018.
Sono stati firmati 174 accordi di cooperazione tra Cina e ben 126 diversi paesi e 29 organizzazioni internazionali.

Il governo cinese afferma di aver concluso accordi tra le banche centrali di 20 paesi aderenti alla BRI per lo scambio delle rispettive valute.
Gli investimenti diretti in uscita dalla Cina verso i queste nazioni avrebbero invece raggiunto l’importo complessivo di 90 miliardi di dollari, con una crescita annua del 5,2 per cento.

Questo secondo forum ha avuto lo scopo di lanciare la “Fase Due” di questo colossale programma.
Xi Jinping si è dimostrato intenzionato ad intensificare i rapporti tra i membri, in particolare con i paesi europei, prima delle elezioni statunitensi del 2020.

Alcune stime parlano di un aumento degli scambi di merci tra i paesi del BRI di circa 117 miliardi di dollari nel corso del 2019.
Resta il fatto che l’obiettivo principale è quello di raggiungere un accordo di investimento globale con la UE entro il 2020.
Fonte: Affari Italiani
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