Via della Seta: il Memorandum Cina-Italia in 4 punti

Giacomo Gualini

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Il MoU Cina-Italia spiegato in 4 punti

L’Italia riscopre la Cina.

Nello tsunami mediatico che ha accompagnato l’arrivo di Xi Jinping a Roma, con la relativa firma del Memorandum of Understanding sulla Nuova Via della Seta, l’opinione pubblica nazionale ha rispolverato finalmente il suo interesse per uno dei protagonisti della comunità internazionale: la Cina.

Il ruolo dell’Italia

L’Italia è così rientrata nel mezzo dello scacchiere internazionale, in quanto pedina centrale per il progetto di investimenti del Dragone.

L’ormai famoso Memorandum, seppur fortemente osteggiato dai partner europei e dagli Stati Uniti, è stato però difeso dal Quirinale e dall’esecutivo del Bel Paese.

Quali le opportunità e le contraddizioni? Tante vie di cooperazione, tra cui anche il settore culturale con gemellaggio dei siti Unesco.

Nel suo discorso, Mattarella ha richiamato ad un incremento della digitalizzazione, proprio grazie all’innovazione portata dal progetto della Nuova Via della Seta.

Stando a quanto riportato da Cifnews, di seguito andremo a spiegare i 4 punti principali del Memorandum Cina-Italia.

1 – L’export italiano (e il timore dell’asso franco-tedesco)

Come ribadito in più sedi, il Memorandum non porterà alcun impegno legale, ma tutti ne trarranno vantaggio.

In primis l’Italia, che potrà dar slancio al suo export attraverso collaborazioni in settori strategici non tradizionali.

Non solo, l’Italia potrà finalmente uscire dall’inerzia diplomatico-commerciale dove è rimasta impantanata negli ultimi 10 anni.

L’UE, come dichiarato nel recente Euro-Summit a Bruxelles, nutre forti dubbi sui benefici della One Belt One Road. Tuttavia, alcuni importanti paesi europei, come Francia, Germania e Inghilterra, sono già in stretti rapporti commerciali con Pechino.

Dietro allo sbandieramento del problema sicurezza si cela, in realtà, il vero timore dei concorrenti europei: la concorrenza del “Made in Italy”.

In un recente intervento, il presidente francese Macron ha ragguagliato Roma con l’allerta che la firma del Memorandum porterà all’isolamento dell’Italia.

Invece, l’Italia si sta muovendo in direzione opposta. L’intesa siglata con la Cina sarà funzionale allo sviluppo dell’Italia.

Il Bel Paese è una potenza manifatturiera che siede al tavolo del G7 e come tale può ben pensare di fare importanti affari con la Cina.

Non è quindi un caso che il vero timore dell’Europa a trazione franco-tedesca sia proprio la discesa in campo del Made in Italy nel mercato cinese.


2 – Cina non più “fabbrica del mondo”

Citando Confucio, la Cina “non dimentica dal passato, ma impara dalla storia”.

Dai grandi fallimenti e dalle utopie comuniste, la Cina ha ritrovato sé stessa, un grande monolite politico che da millenni esiste stabile e, pur in continua evoluzione, capace di mantenere la sua essenza filosofica confuciana. La perenne stabilità politica del Dragone è la sua arma più grande.

La Cina vista a Roma non è più la “fabbrica del mondo”.

La Repubblica Popolare è sicuramente un soggetto industriale maturo con il quale dialogare, leader nella ricerca e nell’Hi-Tech. La Cina non solo esporta e costruisce vie commerciali, ma porta con sé anche cavi Internet e data center, fondamentali per l’industria 4.0.

3 – Grande occasione per Genova e Trieste

La firma del Memorandum rilancerà sicuramente gli snodi di Trieste e Genova.

Alcuni si chiedono se non ci sia un rischio Pireo, dove la Cina ha comprato l’intero porto? Certamente no, dal momento che non possiamo paragonare l’economia greca a quella italiana. Se mai in un futuro ci sarà un reale interessamento di investire nei porti italiani, si tratterà di concessioni, non di cessioni tout court.

Inoltre, una nazione votata all’export come l’Italia deve cercare un dialogo con un grande protagonista internazionale come la Cina.

Basti pensare che il 16% delle 60 milioni di tonnellate di container annue che passano per Genova, rappresentano traffici con la Cina.

Da Trieste fin sotto alla Lanterna, nessuno vede gli investimenti del Dragone come una minaccia, men che meno come un’invasione. Al contrario, saranno opportunità di sviluppo e rilancio dei nostri porti.

4 – “Panda Bond” a sostegno delle imprese italiane

Tra le novità apportate dal Memorandum, ci saranno i cosiddetti “Panda Bond”.

Una strategia già percorsa dal Regno Unito qualche hanno fa, la quale ha portato ad una rapida penetrazione delle aziende di sua Maestà oltre Muraglia.

Cosa sono esattamente i Panda Bond? Il varo dei Panda Bond rappresenterà un sostegno più che concreto alle imprese italiane che si avventurano sulla Via della Seta per sbarcare in Cina.

I Panda Bond, emessi grazie alla partnership tra Bank of China e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), raccontano la filosofia che guida l’approccio italiano agli accordi.

Si tratta di un piano di emissione di obbligazioni in valuta locale, il Renminbi, che attende l’autorizzazione delle autorità cinesi e punta a raccogliere risorse dagli investitori istituzionali cinesi per poi sostenere lo sviluppo delle aziende italiane presenti in Cina.

In uno slogan si potrebbe dire: attrarre capitali stranieri e contemporaneamente sostenere l’italianità nel mondo e in Cina.

L’ufficializzazione dell’operazione è arrivata dal vicepresidente di Bank of China, Lin Jingzhen, nel corso del Business Forum Italia-Cina: “Possiamo confermare che Cdp potrà raccogliere capitale utilizzando i Panda Bond.

Il tutto è stato ovviamente preparato da mesi. Dell’idea di ricorrere ai Panda Bond se ne parlò già durante la missione in Cina di Giovanni Tria la scorsa estate.

di Cifnews  雨果网

Cifnews 雨果网 è il primo media cinese specializzato nel cross-border e-commerce. Siamo il principale network editoriale ed organizzatore di eventi nel settore in Cina. La mission di Cifnews è quella di raccontare oltre Muraglia il mondo tech, digital e l’innovazione tout court del nuovo “Made in China”, un mondo ancora sconosciuto al grande pubblico occidentale. Le nostre attività principali sono il publishing, la formazione online & offline e le fiere di settore, con il nostro format di eventi dedicato ai professionisti dell’import ed export con la Cina – CCEE (Cifnews Cross-border E-commerce Exhibition). Fondato nel 2013, Cifnews è basato a Xiamen, nel Fujian. Nel 2017 è stato creato l’International department, con uffici a Padova (Italia) e Los Angeles (California).