Al Mobile World Congress (MWC) il presidente di Huawei respinge al mittente le accuse del governo americano e chiede una regolamentazione per lo standard 5G che garantisca sicurezza e trasparenza

«Huawei non ha mai inserito e mai inserirà backdoor» che consentono attività di spionaggio, «né permetterà mai ad altri di farlo nelle sue apparecchiature». Lo ha detto Guo Ping, chairman a rotazione di Huawei, in un intervento al MWC di Barcellona in cui ha respinto le accuse di cyberspionaggio per conto del governo cinese lanciate dagli Stati Uniti, che al contrario – ha evidenziato – sono autorizzati per legge ad accedere ai dati delle persone.
«Huawei non ha mai inserito e mai inserirà backdoor. L’ironia è che l’US Cloud Act consente alle loro entità governative di accedere ai dati senza confini», ha detto Guo rispondendo alla campagna di boicottaggio Usa sulle reti 5G, aggiungendo che «Huawei è la prima azienda in grado di sviluppare reti 5G su vasta scala». Parlando alla fiera catalana, Guo ha chiesto una regolamentazione certa e ha caldeggiato la collaborazione tra governi e operatori del settore.

«Per costruire un ambiente informatico sicuro per tutti, abbiamo bisogno di standard, abbiamo bisogno di una regolamentazione basata sui fatti e dobbiamo lavorare insieme», ha spiegato. Guo si è detto «pienamente d’accordo con le recenti raccomandazioni» della Gsma: «I governi e gli operatori di telefonia mobile dovrebbero collaborare per concordare il regime di certificazione in Europa. NESAS (il Network Equipment Security Assurance Scheme) è un’ottima idea e consiglierei di estenderlo al mondo».
Fonte: LaStampa.it