Hainan, la nuova grande HongKong per gli investitori stranieri

Giulia Falcini

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Martedì 16 ottobre il Consiglio di Stato cinese ha approvato le nuove linee guida della zona pilota di libero scambio (FTZ) più grande al mondo, che sarà l’intera isola di Hainan.

Questa manovra strategica trasformerà l’area, grande circa come l’isola di Taiwan, in un centro turistico e commerciale internazionale.

Wang Shouwen, vice-ministro del commercio, ha dichiarato che, grazie a questo nuovo progetto, l’isola godrà di più autonomia per attuare riforme, velocizzare la normalizzazione del sistema legislativo e la creazione di un ambiente commerciale internazionale. Una chiara dimostrazione della volontà della Cina di aprirsi ulteriormente e di promuovere la globalizzazione economica.

La zona di libero scambio di Hainan adotterà la misura nazionale di pre-ingresso e la gestione della cosiddetta “Free Trade Zone Negative”, ovvero una lista, molto meno restrittiva rispetto a quella nazionale, dei settori in cui sono vietati o limitati gli investimenti stranieri.

Questo permetterà un’ulteriore apertura del mercato soprattutto nei settori della sanità, delle telecomunicazioni, di internet, dell’aviazione, dell’economia marittima e della produzione di veicoli a energie alternative.

Il piano nel dettaglio. Quali saranno i cambiamenti previsti?

Innanzitutto, uno dei primi punti del piano prevede un miglioramento della biosicurezza, e in particolare, a Sanya saranno intensificati i controlli doganali e aumentate le aree di isolamento per le specie animali e vegetali che entreranno o transiteranno nell’isola. Rimanendo nel settore agricolo, saranno aboliti i limiti di proprietà azionaria per gli stranieri che investiranno nella coltura di nuove specie vegetali e nella produzione di semi.

Da un punto di vista finanziario, il potere di approvazione degli investimenti stranieri nelle aziende di telecomunicazioni passerà dalle mani del governo centrale a quelle della provincia di Hainan.

Le società straniere potranno detenere fino al 51% delle quote di partecipazione delle compagnie che si occupano di assicurazione sulla vita. Inoltre, il piano prevede l’eliminazione nella FTZ (Free Trade Zone) di Hainan delle restrizioni sul coefficiente azionario estero nella progettazione, fabbricazione e manutenzione di navi e aeromobili.

Shen Danyang, vice-governatore della provincia di Hainan, ha dichiarato di voler istituire un sistema e meccanismo di gestione del rischio più efficace, che possa prevenire qualsiasi problema sia a livello strutturale che regionale.

Un altro compito fondamentale della zona pilota di libero scambio di Hainan sarà quello di supportare, da un punto di vista amministrativo e delle infrastrutture, lo sviluppo del porto di libero scambio di Hainan.

In effetti, così come dichiarato anche dal capo dell’Istituto cinese per la riforma e lo sviluppo di Hainan, uno degli obiettivi di questo progetto è anche e soprattutto quello di trasformare il porto dell’isola in una nuova piattaforma che garantisca servizi commerciali ad hoc per sostenere le multinazionali e le società commerciali nella creazione e nello sviluppo di reti business globali o regionali.

In quest’ottica, non solo verranno adibite basi per operazioni offshore, ma saranno anche istituite zone di controllo apposite per le merci che entrano ed escono dall’area portuale. Questo permetterà il rispetto delle restrizioni all’importazione e all’esportazione dei beni, oltre a garantire una gestione efficiente dei prodotti che richiedono un’ispezione doganale o che devono essere sottoposti a quarantena.

L’esperienza della Cina nell’ambito delle FTZ

Senza contare Hainan, la Cina conta 11 zone pilota di libero scambio: le prime sono state quelle delle province di Shanghai, Tianjin, Fujian e Guangdong, alle quali poi, lo scorso anno, si sono aggiunte quelle del Liaoning, Zhejiang, Henan, Hubei, Sichuan, Shaanxi e della municipalità di Chongqing. Visto il successo ottenuto, soprattutto in ambito delle riforme del sistema amministrativo, della gestione degli investimenti, della facilitazione degli scambi e dell’innovazione finanziaria, la politica di queste province è stata poi adottata anche in altre zone.

Bi Jiyao, vice-presidente dell’Accademia cinese di ricerca macroeconomica della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, ha affermato che le nuove politiche spingeranno la zona di libero scambio di Hainan ad accelerare e rafforzare la connettività infrastrutturale e l’integrazione regionale nel settore manifatturiero e dei servizi, sia con le economie dell’Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico che con altri Paesi collegati all’iniziativa della Nuova Via della Seta.